L'azione culturale dell'Associazione
Condizioni materiali, sociali e culturali concorrono a formare la realtà che influisce sulla vita, l'attività e lo sviluppo dell'essere umano.
Solo l'insieme di quelle condizioni definisce correttamente l'entità ambiente. Di fatto, l'uso corrente del termine individua nell'ambiente una realtà, per così dire, semplificata, considerata essenzialmente come spazio fisico in cui si manifesta la vita degli esseri viventi.
L'ambiente che Art’Ambiente prende in considerazione per i suoi scopi è quello delineato nella completezza delle sue componenti e, su questa base, l'associazione si propone di sviluppare temi di ricerca, documentazione e creatività orientati verso gli aspetti artistici che l'ambiente è in grado di esprimere.
In tale scelta risiede in particolare la volontà di indagare l'ambiente per evidenziarne gli aspetti più vicini alla sfera della interiorità umana, osservandolo come "culla" formativa dell'essere umano e, quindi, non solo come sede di eventi o fatti funzionali alle ineludibili esigenze materiali dell'esistenza e dell'evasione.
L'ambiente è visto così anche come attore che interpreta il ruolo di testimone della vita dell'uomo nel cammino storico della sua evoluzione sociale, della sua crescita civile e culturale.
Per portare alla luce questa non sufficientemente nota attitudine dell'ambiente, Art’Ambiente si propone di usare i linguaggi universali dell'arte, i soli capaci di esprimere aspetti e di evocare atmosfere e sensazioni difficili da tradurre con linguaggi di matrice tecnica o scientifica.
Nella vasta gamma di attività e di iniziative rivolte alla tutela, alla conservazione fisica o della memoria storica dell'ambiente e dei beni che esso custodisce, Art’Ambiente è presente per avviare e sviluppare un ruolo di integrazione documentale, specificamente e sistematicamente dedicata alla valorizzazione degli aspetti artistici delle realtà ambientali, inserendo la sua azione fra quelle di ambito letterario/storico e urbanistico/architettonico.
Tutto ciò nella persuasione che la conoscenza dell'aspetto artistico di queste realtà, pur non costituendo elemento essenziale di documentazione, è tuttavia indispensabile alla definizione a tutto tondo di beni e scenari ambientali di speciale rilevanza storica, destinati per lo più a scomparire nel breve periodo per far luogo a fondali ambientali specchio di tempi nuovi.
Ambiente, riflesso della storia
Un rapporto, quello fra arte e ambiente, che ha origini che si confondono con quelle dell'essere umano. L'uomo che prova interesse per quanto lo circonda, sente istintivamente il desiderio di far partecipi i suoi simili delle emozioni da lui provate in particolari situazioni ambientali.
Quando l'uomo è favorito non solo da personali doti di sensibilità, ma è anche capace di esprimersi compiutamente con i linguaggi dell'arte, al desiderio di raccontare si assomma la necessità di fissare nella loro integrità e profondità le emozioni provate.
Grandiosità od intimità, monumentalità od umiltà ambientali costituiscono fonte inesauribile di interpretazioni artistiche.
Ogni ambiente ha cose da dire a chi è in grado di captarne anche i messaggi più sommessi.
Ma questo quadro di straordinarie potenzialità espressive e, spesso, poetiche, è in grande misura eco e riflesso del periodo storico di cui l'ambiente è testimone/attore.
Da questa considerazione nasce la ragion d'essere di Art’Ambiente ed il compito che l'associazione si è assegnato.
La valorizzazione degli aspetti artistici delle realtà ambientali significa, di fatto, comporre il mosaico di quanto potrebbe essere definito "poetica ambientale" di un determinato periodo storico.
Ciascuna tessera del mosaico, nella specificità del suo linguaggio e del suo soggetto, concorre alla composizione come frammento di una realtà complessa.
Saggi storico/letterari, composizioni poetiche, paesaggi urbani rurali o industriali, interni di luoghi di lavoro o di abitazioni e quant'altro possa apportare elementi utili e significativi di conoscenza è eletto a tassello della costruzione.
Molti tasselli sono già disponibili. Altri mancano. Nel primo caso l'azione di Art’Ambiente si sviluppa attraverso operazioni di ricerca, analisi, raccolta e/o catalogazione.
Nel secondo caso Art’Ambiente promuove e sostiene iniziative atte a colmare i vuoti. L'ambiente a cui l'associazione rivolge la sua attenzione è quello che è andato formandosi durante il periodo della industrializzazione ottocentesca con le sue estensioni nel XX secolo.
L'ambiente negli anni postindustriali
Le grandi trasformazioni
Nel corso della seconda metà del XX secolo, modifiche ambientali, eccezionali per estensione ed importanza, hanno interessato in varia misura grandi aree urbane, centri minori ed un gran numero di località rurali.
Gran parte di queste modifiche risale alla ricostruzione post-bellica. Altre trasformazioni ambientali hanno fatto poi seguito a queste ultime, come conseguenza di integrazioni o di sviluppo dell'esistente.
In questi ultimissimi decenni sono state avviate, o si stanno creando le premesse di modifiche ambientali rivoluzionarie, al confronto con le realizzazioni del passato.
Quanto sta avvenendo, se in parte costituisce risposta ad una crescente domanda di miglioramento della qualità della vita, in parte è anche conseguenza della necessità di riorganizzazione degli insediamenti umani e, fra questi, quelli produttivi in particolare.
Sfuggevole per complessità e dimensione, la globalizzazione planetaria dei problemi esistenziali, comporta infatti generali quanto rapidi ed impietosi cambiamenti.
Gli strumenti urbanistici di recente adozione tengono conto, in buona misura, di tutto questo e, in molti casi, sono già in corso opere di trasformazione di eccezionale portata, vuoi per indirizzi innovativi, vuoi per estensione territoriale.
Urgenza del futuro e documentazione del passato
Pur se con grande fatica e non poche difficoltà, si assumono in questi anni provvedimenti tendenti a dar risposta alle urgenze che l'epoca post-industriale impone.
In seguito alla brusca presa di coscienza di un sommovimento globale che ha visto sottovalutati, come spesso accade, i suoi segni premonitori, le contromisure si sono orientate realisticamente verso interventi governati da logiche di urgenza e concretezza, se non proprio dall'istinto di sopravvivenza.
E' comprensibile, forse inevitabile, che in situazioni di emergenza, quando si deve far posto al nuovo, i criteri di valutazione delle cose degne di essere salvate non siano condizionati da indulgenze o sentimentalismi.
Anche per l'ambiente, la rivoluzione post-industriale, con il suo carico di emergenze, ha posto e pone problemi di salvamento.
In molti casi, questi problemi non si sono posti. Sono stati semplicemente ignorati.
In altre situazioni, certamente le più numerose, l'esame c'è stato e ha prodotto le valutazioni necessarie a stabilire l'opportunità o meno di salvamento parziale o totale del bene ambientale o della conservazione della sola sua memoria.
Il riconoscimento, fortunatamente sempre più diffuso, del valore inestimabile dell'ambiente sia nelle sue condizioni naturali, sia nelle forme assegnategli dall'uomo, ha fatto sì che sempre più frequenti siano gli interventi di salvaguardia, di bonifica, di conservazione o di semplice documentazione dell'esistente.
L'ambiente degli agglomerati urbani, in particolare, da quelli più piccoli a quelli di dimensioni metropolitane, è destinato a diventare oggetto di sempre maggiori attenzioni.
Se tutto ciò è decisamente positivo, e cautele e riguardi vengono ormai prestati normalmente ai centri storici delle città o ad altri beni di valore accertato ed ormai consolidato, non tutto si sta facendo per ambienti a torto ritenuti marginali, che occupano spazi di indiscutibile valore nella nostra storia più recente.
Le aree industriali dismesse o in via di dismissione
Quanto ora premesso, si riferisce alle aree storicamente industrializzate od a casi di egual importanza storico/ambientale pur nella modestia della loro dimensione fisica, delle quali è prevista o prevedibile l'imminenza della demolizione o della trasformazione.
Per questi ambienti, non vi sono dubbi che debba valere lo stesso rispetto concettuale e, ancorché certamente non per tutto, lo stesso "riguardo" materiale in tema di conservazione riservato ai beni iscritti fra quelli di ormai accertato valore ambientale.
Questo principio non vuole negare l'esistenza di un grande interesse per le testimonianze di cultura industriale.
Molto, e di grande interesse culturale e scientifico, si è fatto o è in corso di realizzazione, per conservare materialmente ciò che è degno di essere conservato o, almeno, per averne in futuro memoria documentale.
Rilievi fotografici, topografici ed architettonici potranno restituire, a chi vorrà conoscerle, forme di dimensioni precise dei luoghi e delle cose.
La necessaria ed opportuna "asetticità" e precisione degli strumenti di rilievo e delle elaborazioni di restituzione consentono, volendo, la pressoché perfetta ricostruzione di beni ambientali perduti.
Le misure non bastano
Tutto ciò è assolutamente utile e necessario. Ma forse non basta.
Ad aiutare l'uomo nella ricerca di una comprensione profonda, a tutto tondo, delle cose e degli avvenimenti, a far sì che la conoscenza del mondo non si riduca ad un sia pur serio, ma arido nozionismo, occorre che la visione delle cose e degli avvenimenti sia anche quella fornita dall'arte. Ancorché non asettica. Sembra impossibile, infatti, poter dire di conoscere il '700 o l'800 senza avere mai ascoltato Mozart o Beethoven.
E' più facile capire cosa può essere stato l'8 settembre del '43, avendo visto "Tutti a casa" di" Comencini.
Due soli esempi. Ma forse bastano a significare che il ruolo dell'arte nella conoscenza delle cose è quello di fornire una definizione costruita con l'anima, per completare quella definita con rigore tecnico o scientifico.
L'arte inizia ad esercitare la sua funzione dove si esaurisce quella di altre forme di comunicazione.
Nel caso degli ambienti di lavoro, l'interiorità di luoghi vissuti a lungo, talvolta sofferti da intere generazioni di lavoratori, quell'indefinibile sensazione fra malinconia e sgomento che si prova nello scoprirli, ormai abbandonati, non può essere trasmessa e tramandata se non usando l'unico linguaggio possedente caratteristiche di universalità, quello dell'arte.
Senza difficoltà di comprensione e senza cercare le esattezze metriche proprie di altri scopi, con questo linguaggio si vogliono trasmettere le sensazioni che nascono dalla partecipazione emotiva e dallo spirito di immedesimazione di un simbolico ultimo visitatore di ambienti che appartengono alla storia di tutti.
Le "culle ambientali" ed il loro paesaggio
Il naturale, lento processo di sedimentazione delle esperienze di vita, delle tradizioni e di tutto ciò che ha aiutato in passato la formazione nell'individuo del senso di appartenenza alla città, alla comunità rionale o di fabbrica è sempre più minato dalla azione disgregatrice di bruschi cambiamenti nella organizzazione della società.
Grandi aree industriali, ma anche insediamenti manufatturieri di minor estensione fortemente collegati con il loro intorno urbano, hanno svolto di fatto funzioni di vere e proprie "culle ambientali", dove la crescita e la formazione dell'uomo avveniva in piccoli mondi accomunati fondamentalmente dagli stessi bisogni e dalle stesse attese.
Ciò che resta fisicamente di questi luoghi carichi di storie, è un patrimonio di immagini che, ancora in tempi recenti, ha svolto inconsapevolmente funzioni di fondale scenografico per la vita della comunità locale.
Molti di questi luoghi saranno domani irriconoscibili anche da chi li frequentava ancora solo ieri.
Nella imminenza di una loro prevedibile scomparsa o di loro profonde modifiche, questi luoghi, che in molti casi attendono ancora di essere svelati, chiedono di essere ricordati nei loro valori artistici.
Il paesaggio dell'industria
La rapidità che contraddistingue l'attuale ritmo di evoluzione fa presagire che molti ambienti industriali verranno cancellati o conservati solo in parte, magari con reinterpretazioni che comporteranno, in molti casi, alterazioni alla genuina singolarità della loro connotazione originaria.
A fronte della certezza di imminenti sconvolgimenti ambientali in quelle aree, si constata che, di quei luoghi, relativamente scarsa è la documentazione artistica disponibile, utile peraltro a mantenere vivo in futuro, anche e proprio in questa forma, il ricordo di un ambiente che rappresenta espressione emblematica di un periodo storico altamente significativo.
Sarà per la relativa esiguità delle radici storiche dell'era industriale, per le ragioni utilitaristiche che hanno determinato l'origine e lo sviluppo dell'industria, per il ceppo culturale di appartenenza umanisticamente non aristocratico, per il diffuso e preconcetto rifiuto di fondo per ciò che in qualche modo rammenta il lavoro.
Tutto sta che, mentre il patrimonio iconografico dedicato tradizionalmente al pittoresco dei paesaggi naturali, degli ambienti rurali ed urbani e di nobili architetture, è vasto ed esauriente e consente di rivedere in chiave artistica ambienti dell'oggi, di ieri e del passato, nel caso del mondo recente e pressoché concluso dell'industria di origini ottocentesche, l'iconografia disponibile è certamente non così ricca.
Eppure, oltre l'esigenza di intervenire urgentemente, considerate la precarietà delle testimonianze sopravvissute e la necessità di colmare vuoti di documentazione, sussiste una opportunità tutta artistica a consigliare lo sviluppo della ricerca nell'ambito del paesaggio industriale.
Questa tematica, come è noto a chi l'ha frequentata e la frequenta, riserva sorprese notevoli, proponendosi all'indagine artistica con insospettabili occasioni di novità formali e strutturali e un mondo di atmosfere e sensazioni "inedite", tutte da scandagliare; scoprendo poi che le caratteristiche specifiche dell'ambiente, pur suscitando forti emozioni, aiutano a non scivolare, come è stato detto, nella melassa della nostalgia.
Questo sentimento nasce frequentemente ed irresistibile in quei luoghi, ma depurato da malinconie superficiali: la severità dei silenzi, lo sgomento dell'abbandono non lo consentono.
Il paesaggio dei luoghi dell'industria costituisce un terreno di ricerca artistica che può produrre utilità documentali e costituire occasione concreta di riproposizione attualizzata della paesaggistica.
Questa forma di espressione artistica non può che trarre vantaggi aprendosi ad una soggettistica pressoché inedita possedente potenzialità di ispirazione figurale in gran parte non ancora sondate.
Ricerca Sistematica
Art’Ambiente intraprende le sue iniziative nella direzione definita dagli scopi statutari, sviluppandole secondo valutazioni di merito e scelte di priorità.
Tuttavia, per garantire quanto maggiore utilità ai risultati del suo operato, Art’Ambiente si apre ad ogni apporto orientato alla definizione concertata di temi da sviluppare o ad ogni collaborazione ad iniziative in cui l'associazione possa riconoscersi.
Art’Ambiente si propone di perseguire i suoi scopi sistematizzando le attività di ricerca e di documentazione secondo indirizzi rispondenti alla accertata opportunità o necessità di risposta a temi nuovi o da approfondire.
I progetti d'ambiente
Le ragioni che fanno dell'ambiente uno dei beni più preziosi dell'umanità sono innumerevoli, come non quantificabili sono i provvedimenti o le azioni da condursi per conservarlo o migliorarlo.
Art’Ambiente, nella modestia delle sue risorse, partecipa a tutto questo, contribuendo alla conservazione della memoria storica dell'ambiente e disponendosi a collaborare a studi e progetti di interventi modificatori dell'ambiente medesimo.
La scelta di operare in questi due campi, pone in evidenza un particolare aspetto dell'indirizzo culturale dell'associazione.
Se importante infatti può essere la conservazione della memoria storica dell'ambiente, altrettanto importante è poter partecipare all'attualità di operazioni di cambiamento degli assetti o dell'estetica ambientali, con l'apporto di specifiche e concrete esperienze maturate in ambito progettuale.
Art’Ambiente considera essenziale il contributo dell'arte nella progettazione dell'ambiente.
Ragioni tecniche funzionali economiche od altre possono tener conto in varia misura delle componenti artistiche influenti sui progetti d'ambiente. Certo è che di aspetti artistici si deve discutere nel corso di elaborazione dei progetti. In tal modo, se non evitabile, è almeno limitabile il rischio di "sorprese" negative ad interventi ormai realizzati. I brutti paesaggi artificiali sono evitabili!